Dispositivo per l'immaginazione
LE PORNOMOGLI
residenza d'artista "Epanastasi" - KORA Art Center (LE)
- ancora in lavorazione
È possibile cambiare il nostro rapporto con lo spazio liberando le immagini alle trasformazioni?
È possibile inseminare un luogo con una trasformazione?

Viene naturale affermare che il nostro rapporto con le immagini determina il loro contenuto; conseguentemente lo spazio è modificato secondo gli stessi canoni.
In qualità di umani potremmo distinguere il contenuto di un immagine sia come una complessa manifestazione della materia vivente, sia come una caletta affollata di turisti nell’agosto mediterraneo.
Ogni ambiente prestato ad un immaginazione prigioniera si raccoglie in un interfaccia dove usi e determinazioni coincidono, impedendo sviluppi ecosistemici.
Se questa immaginazione ha la capacità di congelare i soggetti nelle immagini, ce n’è un’altra che manifesta la liberazione nei processi di trasformazione.
Possiamo provare innanzitutto ad osservare un ambiente, la sua base geologica ed i suoi impianti artificiali, discutere con la gente sulla quotidianità locale. Possiamo poi decostruire quelle immagini rilevando frammenti di materia, polveri, liquidi, terre, da usare come campiture per processare un’icona e trasformarla in un nuovo ecosistema.
L’operazione inizia con il riconoscimento chimico dei materiali raccolti e prosegue nella preparazione delle molecole da processare, usando acidi o basi, per integrarle poi in impasti organici. Questi sono utili a creare un ambiente igroscopico in cui le componenti inorganiche emulsionate possono interagire ed evolvere; per questo si compongono di derivati vegetali (farine, amidi, zuccheri semplici…), o animali (cascami, ossa, prodotti caseari, uova…) - prediligendo l’utilizzo di prodotti di scarto o in avaria. Questo tipo di impasto permette la creazione di una massa polimerica modellabile, utile in fine a trasferire i tracciati (ad esempio di una fotografia inflazionata) su un supporto reticolare. Questo dà modo agli impasti di affondare nella trama (che fungerà da anima) e di continuare l’immagine sulla faccia posteriore del lavoro.
L’immagine così resa può essere trasferita nel luogo contestuale ed installata in maniera anti-conservativa. Intendiamo che la liberazione dell’immagine iconica avvenga già a partire dall’influenza metereologica per giungere ad eventuali fenomeni di inseminazione di specie botaniche spontanee o il popolamento di colonie di insetti (si includa anche la possibilità di atti spontanei di vandalismo). Più generalmente pensiamo di aprire il soggetto dell’immagine alla libera partecipazione degli eventi esterni, ovvero aprire alla vita – affinché diventi.
È possibile permettere ad un’immagine prigioniera di immaginare?


Inizio dell'operazione di trasferimento di immagine da un manifesto cinematografico dopo la raccolta di frammenti minerali dalla cava di Castrignano 'de Greci e la crazione degli impasti.
(Sotto uno strato di zanzariera ed uno di plastica trasparente si intravede la locandina)

Locandina di “…e continuano a fare le pornomogli” (1977); 150 x 100 cm – pezzo ritrovato nell’archivio del proprietario dell'ex cinema “Folgore” durante la residenza a Castrignano de' Greci

Trasferimento di immagine effettuato con le terre raccolte nella cava di Castrignano de' Greci - faccia anteriore del lavoro: caolino; carbone; bauxite; limonite; bigiotteria della proprietaria del cinema (mineralizzata in carbonato)

faccia posteriore del lavoro